L’oreficeria di Valenza è molto più di un distretto produttivo: è un ecosistema artigianale che da oltre due secoli contribuisce a definire il prestigio del lusso italiano nel mondo. Nel cuore del Piemonte, tra botteghe storiche e imprese familiari, prende forma un saper fare unico, riconosciuto dai grandi brand internazionali e custodito con orgoglio dalle nuove generazioni di orafi. Valenza non è solo tradizione: è resilienza, innovazione e capacità di distinguersi in un mercato in continua trasformazione.
In questo articolo, esploriamo le radici di questo straordinario distretto, i numeri che ne confermano il ruolo strategico e le sfide che lo attendono nel futuro della gioielleria d’eccellenza.
Oreficeria di Valenza: cuore artigianale del lusso in Piemonte
Quando si parla di oreficeria italiana, è impossibile non citare la città piemontese di Valenza, in provincia di Alessandria. Insieme ad Arezzo e Vicenza, rappresenta uno dei principali poli produttivi per l’alta gioielleria in Italia.
Con circa 20.000 abitanti, Valenza e i comuni limitrofi – Bassignana, Pecetto di Valenza e San Salvatore – formano uno dei distretti con la maggiore densità di imprese specializzate nella produzione di gioielli. Un territorio che coniuga la tradizione artigianale con un’operosità diffusa, capace di dialogare sia con i marchi di proprietà che con i grandi brand internazionali attraverso il conto-terzismo.
La forza dell’oreficeria di Valenza risiede nella sua vocazione manuale, nella cura dei dettagli e nella preservazione di tecniche complesse come l’incastonatura delle pietre preziose, ancora oggi realizzata in loco. A differenza di altri distretti più industrializzati, come l’aretino e il vicentino, l’approccio valenzano resta profondamente artigianale.
Questa eredità, tramandata nei decenni, ha permesso al distretto piemontese di mantenere un’identità forte e riconoscibile, anche di fronte ai cambiamenti del mercato. Conoscere le origini e l’evoluzione dell’oreficeria di Valenza significa capire il valore strategico di un distretto che continua a rappresentare un punto di riferimento per il lusso made in Italy.
L’evoluzione storica dell’oreficeria di Valenza: radici piemontesi della gioielleria italiana

Le origini dell’oreficeria di Valenza risalgono al Rinascimento, ma è nell’Ottocento che il distretto piemontese inizia a strutturarsi davvero. Un ruolo cruciale lo gioca Francesco Caramora, orafo pavese considerato il padre del gioiello valenzano. È lui ad avviare una tradizione che genera scuola, mestiere e ispirazione per le generazioni future.
Molti dei suoi apprendisti, infatti, apriranno bottega in autonomia, alimentando lo sviluppo artigianale locale. Tra loro spicca Vincenzo Morosetti, fondatore della Fratelli Morosetti, che arricchisce il proprio know-how con esperienze in America, apprendendo anche le tecniche di marketing e vendita. A sua volta, formerà figure chiave come Vincenzo Melchiorre, contribuendo alla crescita per gemmazione tipica dei distretti manifatturieri italiani.
Già nei primi del Novecento, emerge l’esigenza di valorizzare il marchio Valenza come garanzia di qualità. Nasce così la Cooperativa dei Produttori di Generi di Oreficeria, realtà che riuniva circa 50 aziende, poi dissolta dagli eventi bellici.
Nel secondo dopoguerra, questo ruolo verrà ripreso dall’Associazione Orafa Valenzana (AOV), con l’obiettivo di promuovere il territorio in una fase di forte espansione economica. Gli anni ’50 rappresentano infatti l’epoca d’oro della città: esportazioni in crescita e affermazione internazionale dei gioielli piemontesi. È il periodo in cui nasce la Mostra Permanente (1957), pensata per i clienti esteri, e in cui brand iconici come Damiani e Bulgari danno impulso al conto-terzismo locale.
L’avvento del nuovo millennio porta con sé sfide economiche: stagflazione, transizione all’euro e concorrenza globale. Valenza risponde con qualità. Nel 2007 nasce DiValenza, marchio collettivo che certifica le aziende locali più virtuose.
Oggi, il distretto resta dinamico grazie anche agli investimenti dei grandi gruppi del lusso. Aziende storiche come Vendorafa Lombardi e Villa Pedemonte Atelier entrano nell’orbita LVMH; Bulgari viene acquisita, e Cartier investe sul territorio.
Nel prossimo paragrafo analizziamo i numeri attuali dell’oreficeria valenzana e il suo posizionamento rispetto ad altri distretti nazionali della gioielleria.
Oreficeria di Valenza oggi: numeri e prospettive del distretto dei gioielli piemontesi

Qual è lo stato attuale dell’oreficeria di Valenza? Come si posiziona rispetto ad altri distretti storici come Arezzo o Vicenza? Il distretto piemontese conta oggi circa 700 imprese, risultando il secondo polo orafo italiano dopo Arezzo (1.000 aziende circa) e prima di Vicenza (500 circa).
Rispetto agli altri, Valenza è caratterizzata da una forte prevalenza di piccole e micro imprese, ma con un dato distintivo: un livello di patrimonializzazione superiore. Secondo il Monitor dei Distretti di Intesa Sanpaolo, il 45,5% delle imprese valenzane presenta un alto livello patrimoniale, contro il 29,8% di Arezzo e il 34,5% di Vicenza. Questo si riflette in EBITDA mediamente più alti, quasi doppi rispetto ai distretti rivali.
Sempre secondo il monitor, tra il 2008 e il 2023, Valenza è il distretto che ha registrato la maggiore crescita percentuale nell’export, con un +249%. Seguono Arezzo con il +149% e Vicenza con il +58%. In valore assoluto, però, Arezzo guida con +1,9 miliardi, seguito da Valenza (+1,4 miliardi) e Vicenza (+0,8 miliardi).
Il 2023 ha segnato un rallentamento per Valenza, che non è ancora tornata ai livelli pre-Covid, venendo temporaneamente superata anche dall’area milanese in termini di export. Tuttavia, il settore orafo nel suo complesso si dimostra più resiliente rispetto ad altri comparti del lusso come la pelletteria e la calzatura.
Nel confronto tra settembre-ottobre 2023 e lo stesso periodo del 2024, Arezzo ha esportato 5,3 miliardi (+119%), Vicenza 1,7 miliardi (+13%) e Valenza 1,4 miliardi (+0,1%), mantenendosi stabile.
Un ultimo dato rilevante riguarda le certificazioni RJC (Responsible Jewellery Council): Valenza vanta la più alta percentuale di aziende certificate, con il 42,5%, contro il 31,9% di Vicenza e il 13,3% di Arezzo. Un segnale forte della qualità e dell’impegno etico del distretto piemontese.
Conclusioni
In questo articolo abbiamo esplorato la storia, l’evoluzione e la rilevanza attuale dell’oreficeria di Valenza, uno dei distretti più rappresentativi del lusso italiano. La forza di questo territorio piemontese risiede da sempre nella sua artigianalità: un sapere antico che si traduce nella cura meticolosa dei dettagli e in una manifattura di altissima qualità.
Il “fatto a mano” continua a essere il tratto distintivo dei gioielli prodotti a Valenza, anche oggi che il mercato impone ritmi serrati e dinamiche complesse. In un contesto globale dove i grandi gruppi acquisiscono sempre più potere, la vera sfida sarà salvaguardare l’identità delle piccole imprese locali.
La risposta del distretto? Puntare sull’eccellenza, su una filiera riconoscibile e sulla forza evocativa del Made in Valenza, per consolidare il proprio ruolo nel panorama internazionale del lusso.
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