La calzatura fermano-maceratese. Alla scoperta dei migliori distretti d’Italia

La calzatura fermano-maceratese è il cuore pulsante dell’industria calzaturiera italiana e uno dei distretti produttivi più importanti al mondo per la manifattura di scarpe di lusso. Situata nelle Marche, questa area rappresenta un’eccellenza riconosciuta per la qualità artigianale, l’innovazione tecnologica e l’export internazionale. 

Ma qual è la storia dietro questo successo? Quali sono le caratteristiche distintive che rendono i calzaturifici nelle Marche un punto di riferimento per i più prestigiosi brand del lusso? In questo articolo esploreremo le origini, l’evoluzione e il futuro del distretto fermano-maceratese, analizzando il suo impatto sulla filiera della moda e del Made in Italy.

Quando si parla di calzatura fermano-maceratese, ci si riferisce a uno dei più importanti poli produttivi del settore calzaturiero in Italia e nel mondo. Situato nelle Marche, questo distretto rappresenta il fulcro dell’industria calzaturiera nazionale, unendo tradizione, artigianalità e innovazione tecnologica.

Sebbene spesso si parli di calzatura marchigiana in senso ampio, la produzione di scarpe di lusso non è distribuita uniformemente in tutta la regione. I principali calzaturifici nelle Marche, insieme a tomaifici, tacchifici e accessoristi, si concentrano nell’area centro-meridionale, in particolare nelle province di Fermo e Macerata. Questa specializzazione territoriale ha reso il distretto fermano-maceratese un riferimento imprescindibile per il lusso Made in Italy e un motore trainante dell’export nazionale.

La storia di questo distretto affonda le radici in un passato secolare, in cui la cultura artigianale si è evoluta fino a diventare un pilastro dell’economia locale. Già nel XIV secolo, Giovanni Boccaccio menzionava la qualità delle scarpe prodotte dagli artigiani di Montegranaro e Sant’Elpidio a Mare, esportate non solo in Toscana ma anche nei Paesi Balcanici.

Oggi, questo polo produttivo continua a essere sinonimo di eccellenza manifatturiera, capace di coniugare il saper fare tradizionale con le più moderne tecnologie di produzione.

Storia ed evoluzione della calzatura fermano-maceratese

L’origine del distretto fermano-maceratese risale al XV secolo, quando le prime botteghe calzaturiere iniziarono a servire i mercati locali. In questo periodo si formano anche le corporazioni dei calzolai, con attività concentrate nei comuni di Sant’Elpidio a Mare, Montegranaro, Monte Urano e Monte San Giusto. La produzione principale era quella delle chiochiere, pianelle di stoffa o pelle senza tacco e con suola in pelle cavallina, inizialmente destinate al mercato locale e poi esportate fino allo Stato Pontificio e al territorio napoletano.

Con la rivoluzione industriale, il progresso tecnologico trasformò il settore, grazie all’introduzione della macchina a pedale, che velocizzò la cucitura della tomaia e contribuì al superamento della chiochiera. Ma è tra gli anni ’60 e ’70 che il distretto calzaturiero marchigiano compie un salto decisivo: con la crescita della domanda e l’aumento della produzione, migliaia di giovani abbandonano l’agricoltura per entrare nelle botteghe calzaturiere a conduzione familiare. Questa transizione porta alla specializzazione nelle diverse fasi di produzione e alla nascita di nuovi laboratori conto terzi come tacchifici, tomaifici e guardolifici, che affiancano i calzaturifici nelle Marche, consentendo loro di lavorare sia per terzi che per i propri brand.

Oggi, il distretto fermano-maceratese è un ecosistema industriale strutturato, che comprende non solo aziende della filiera calzaturiera, ma anche fornitori specializzati come accessoristi, ricamifici e produttori di componenti in metallo e materie plastiche. Questa sinergia ha contribuito a rendere il distretto uno dei poli produttivi più importanti al mondo per la calzatura d’alto di gamma, consolidando il ruolo delle Marche come punto di riferimento globale per l’industria calzaturiera.

Il distretto fermano-maceratese oggi: numeri e prospettive

La calzatura fermano-maceratese, punto di riferimento per il lusso Made in Italy, rappresenta il 76% dell’occupazione manifatturiera del territorio e il 42% degli addetti totali. Il distretto si suddivide in tre poli produttivi principali: Montegranaro, specializzato nella calzatura da uomo; Monte Urano, leader nella produzione per bambini; e il comprensorio Civitanova Marche – Sant’Elpidio a Mare – Porto Sant’Elpidio, cuore della scarpa da donna.

Un distretto strategico per la filiera del lusso

Già nel focus di fasonista sulla filiera delle Marche, era emerso il dominio del distretto sia a livello locale che nazionale. A livello regionale, la produzione di calzature e pelletteria rappresenta il 62% delle aziende marchigiane operanti nel lusso, con il 90% delle imprese concentrate nelle province di Fermo e Macerata.

Su scala nazionale, la filiera marchigiana è seconda solo alla Toscana, contando circa il 20% degli operatori economici del settore. Se ci si concentra esclusivamente sulla produzione di scarpe, la percentuale sale oltre il 30%, con più di 3.000 aziende attive nelle Marche e un valore di export che nel 2023 ha raggiunto 1,6 miliardi di euro.

Aziende chiave e investimenti nel territorio

Il distretto è dominato dal colosso Tod’s, affiancato da aziende storiche come Imac, Pigini, B.A.G., Santoni, Artisans Shoes, Falc, Premiata, Doucal’s, Rodolfo Zengarini e molte altre. Anche i grandi marchi internazionali stanno investendo nella manifattura locale: Fendi, Loro Piana e Louis Vuitton hanno recentemente acquistato aziende o aperto siti produttivi nell’area.

Inoltre, i principali gruppi industriali del lusso stanno conducendo operazioni di M&A per acquisire calzaturifici, tomaifici e laboratori artigianali del distretto, consolidando la leadership del polo marchigiano nel settore.

Una crisi senza precedenti per il distretto fermano-maceratese

Nonostante la sua importanza strategica, il distretto fermano-maceratese sta attraversando una fase critica. I dati di Assocalzaturifici evidenziano una perdita di 1,4 miliardi di euro di fatturato nei primi nove mesi del 2024 a livello nazionale. Con oltre il 30% delle aziende di filiera situate nelle Marche, l’impatto sul territorio è significativo.

Il 20% delle aziende locali ha subito un calo di fatturato superiore al 20%, con un’esplosione delle ore di cassa integrazione: nel primo semestre del 2024, le ore autorizzate dall’INPS per il settore sono aumentate del +212,1% rispetto al 2023. Una situazione che, secondo le previsioni, potrebbe peggiorare nel 2025, mettendo a rischio la crescita del comparto.

Prospettive e strategie per il futuro

Nonostante la crisi, non mancano iniziative per rilanciare il settore. Tra le più rilevanti, il protocollo d’intesa firmato tra Regione Marche e Assocalzaturifici, volto a internazionalizzare il distretto e rafforzarne la competitività sui mercati globali. I risultati di questa strategia saranno fondamentali per il futuro del comparto, con aggiornamenti attesi nei prossimi mesi.

Conclusioni

L’analisi del distretto fermano-maceratese ha messo in luce la sua centralità nella filiera del lusso e il suo impatto dominante sull’industria calzaturiera delle Marche. A differenza di altri poli produttivi caratterizzati da una vocazione generalista, questo distretto ha costruito la sua forza su un’elevata specializzazione qualitativa, focalizzandosi interamente sulla calzatura di lusso.

Una strategia che segue il modello di molte realtà industriali italiane, dove il successo manifatturiero è stato determinato da una crescita verticale attorno a lavorazioni specifiche. Il risultato? Il distretto calzaturiero fermano-maceratese si è guadagnato un posto nel pantheon mondiale della fornitura di beni di lusso, confermandosi una colonna portante del Made in Italy e dell’industria calzaturiera globale.


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