La maglieria di Carpi: alla scoperta dei migliori distretti d’Italia

La maglieria di Carpi rappresenta uno dei distretti più rilevanti per l’abbigliamento Made in Italy. Situato in Emilia-Romagna, questo polo produttivo ha saputo evolversi nel tempo, passando da una tradizione artigianale a un modello industriale altamente specializzato. Oggi è riconosciuto per la qualità manifatturiera, il forte orientamento al conto-terzismo e la capacità di servire i principali brand del lusso.

In questo articolo analizziamo storia, numeri e prospettive di uno dei cuori produttivi della moda italiana.

Maglieria di Carpi: un distretto chiave dell’abbigliamento Made in Italy

La filiera italiana del lusso è composta da numerosi distretti locali, ognuno specializzato in una particolare tipologia di prodotto o lavorazione.
Spesso non si trovano nei grandi centri urbani, ma in piccoli comuni che custodiscono un saper fare di altissima qualità.

È il caso della Maglieria di Carpi, in provincia di Modena, uno dei poli più rappresentativi della filiera dell’abbigliamento Made in Italy.

Con una popolazione di circa 70.000 abitanti, Carpi non è una metropoli, ma ha conquistato un ruolo centrale nella moda europea. Il suo sviluppo industriale è legato in modo specifico alla maglieria, attorno alla quale si è organizzato un sistema produttivo composto da produttori, fasonisti, terzisti e fornitori altamente specializzati.

Questo ecosistema ha esteso le proprie competenze anche ad attività complementari, dal tessile al confezionamento, garantendo un’offerta completa e integrata.

Una delle caratteristiche distintive del distretto emiliano-romagnolo è la forte presenza del conto-terzismo, che ha favorito un’elevata specializzazione e flessibilità nella produzione. In questo contesto, la maglieria di Carpi è diventata sinonimo di competenza, reattività e qualità, consolidando il suo ruolo strategico nella catena di fornitura del lusso.

Di seguito analizziamo le origini, lo sviluppo e le prospettive future di questo distretto simbolo del Made in Italy.

Storia e sviluppo della Maglieria di Carpi 

Le radici della Maglieria di Carpi affondano nel Cinquecento, quando la cittadina modenese si distingueva per la produzione di cappelli e trecce di truciolo. Queste lavorazioni diedero origine a una comunità artigianale composta da pagliari, trecciaiole e partitane: un tessuto sociale fatto di botteghe manuali che segnò l’inizio della tradizione manifatturiera del territorio.

In quel periodo, il cappello fu il primo capo d’abbigliamento Made in Italy a rendere celebre Carpi, mantenendo un ruolo centrale fino alla rivoluzione industriale.

Durante l’Ottocento, la bottega di Giuseppe Menotti fu la prima a evolversi in una vera e propria fabbrica. Da lì in avanti, molte altre attività seguirono lo stesso percorso, sviluppandosi attorno alla cappelleria, accessorio che raggiunse il successo nei mercati di Stati Uniti, Francia e Inghilterra.

La laboriosità del distretto non si fermò al cappello: si ampliò rapidamente verso la maglieria e la camiceria, consolidando la reputazione di Carpi come centro di eccellenza manifatturiera.

Dal secondo dopoguerra fino alla fine degli anni ’80, il distretto della maglieria di Carpi visse un’espansione straordinaria. Nel 1951 gli addetti del settore erano circa 1.350. Dieci anni dopo erano già 5.600, e nel 1981 superarono quota 15.000. Una particolarità locale fu la presenza massiccia di lavoratori a domicilio, che in certi momenti storici risultarono dieci volte più numerosi degli addetti interni.

Quel periodo vide anche molte storie imprenditoriali di successo. Maria Nora, ad esempio, da ambulante divenne venditrice di capi confezionati da sé. Renato Crotti, partendo con viaggi a Biella per acquistare tessuti pregiati, costruì un’azienda solida e contribuì alla nascita dell’Istituto Vallauri, che ancora oggi forma tecnici della maglieria Made in Italy.

Infine, il distretto vide nascere grandi brand come Blumarine, Twin-Set, Denny Rose, Gaudì e Liu Jo, che contribuirono a consolidare la fama internazionale della Maglieria di Carpi come punto di riferimento per la moda italiana di alta qualità.

Maglieria di Carpi oggi: specializzazione e qualità nel Made in Italy

Negli anni ’90, la Maglieria di Carpi ha affrontato una crisi strutturale. L’aumento della concorrenza asiatica ha colpito duramente le imprese locali, soprattutto quelle legate a lavorazioni generaliste. Circa il 30% delle aziende chiuse e il distretto perse il 45% degli occupati.

A resistere furono le realtà che scelsero di puntare sull’elevata qualità e sull’alto di gamma. Queste aziende hanno saputo riposizionarsi, rafforzando la propria specializzazione e contribuendo a definire un nuovo standard di abbigliamento Made in Italy.

È così che il distretto, pur ridimensionato, è giunto fino a oggi con un’identità chiara e riconosciuta: eccellenza manifatturiera, flessibilità produttiva e fortissima attenzione al dettaglio. Oggi Carpi è considerata una delle capitali italiane dell’industria dell’abbigliamento.

I dati attuali confermano questa trasformazione. Circa il 58,3% del fatturato delle aziende locali si posiziona sulla fascia medio-alta, il 12,5% su quella alta. Solo il 0,6% opera nel low cost. Il 30% delle imprese resta nella fascia media, ma con forte tendenza al miglioramento.

A testimoniare il livello di specializzazione del distretto, il 44% degli occupati manifatturieri dell’area lavora nel settore abbigliamento-tessile, con picchi del 51% a Carpi. Il distretto rappresenta da solo il 6% del fatturato nazionale del comparto.

L’analisi di fasonista sulla filiera del lusso in Emilia-Romagna conferma questo posizionamento: la regione ha numeri inferiori rispetto a Toscana, Veneto, Lombardia o Campania, ma vanta distretti, come Carpi, capaci di competere per qualità e specializzazione.

Anche la composizione delle imprese riflette questa dualità. Su circa 600 aziende del distretto, il 70% ha meno di dieci addetti, e solo il 5% supera i cinquanta. Tuttavia, quest’ultimo gruppo genera il 76,9% del miliardo e 300 milioni di fatturato complessivo.

Dal punto di vista produttivo, il distretto è fortemente orientato al conto-terzismo. Terzisti, sub-fornitori, fasonisti: sono loro a sostenere la Maglieria di Carpi e a renderla un partner strategico per i brand che affidano a Carpi la realizzazione delle proprie collezioni.

Conclusioni

La Maglieria di Carpi rappresenta un’eccellenza lungo tutta la filiera moda e lusso.
La sua peculiarità risiede nel fatto che è cresciuta in un contesto regionale non tradizionalmente orientato alla produzione di alta gamma, come invece accade in Toscana, Veneto, Lombardia o Campania.

Ed è proprio questo uno degli aspetti straordinari dei distretti italiani: la capacità di affermarsi a livello internazionale anche in aree periferiche, dove prevalgono piccoli comuni e micro-imprese.

Il distretto carpigiano ne è un esempio virtuoso. Ha saputo trasformare la propria vocazione artigianale in una manifattura di riferimento per la maglieria e l’abbigliamento Made in Italy, rendendo il “Made in Carpi” sinonimo di qualità, affidabilità e specializzazione.


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